Il nostro è un rapporto nato in tenera età, ma questo lo devo alla fortuna d’esser nato nella famiglia giusta; poi le prime vacanze itineranti con gli amici finché una volta, con due soldi in tasca, un po’ di tempo libero e nessuno disponibile a partire da un giorno all’altro, ho deciso, non senza qualche timore, d’avventurarmi per la prima volta da solo: quel primo viaggio mi ha fatto scoprire sensazioni delle quali non avrei più saputo fare a meno. Dopo quella volta ho iniziato ad andare da solo sempre più spesso, che poi da solo non ci stavo quasi mai, e a spingermi più lontano, in situazioni sempre meno familiari, e ogni volta al ritorno mi rendevo conto di aver raccolto una quantità incredibile di esperienze, di tornare sempre molto più ricco, di aver incontrato gente che immancabilmente aveva avuto qualcosa di nuovo da insegnarmi, e ogni volta, oltre ad aver conosciuto una parte nuova di un mondo che riusciva sempre a sorprendermi, mi accorgevo di essere cresciuto, di aver conosciuto qualche parte nuova anche di me stesso. Ho cominciato a desiderare di vedere sempre di più, di visitare tutti i paesi del mondo: ho scoperto che viaggiare mi rendeva felice e che perciò era giusto andare avanti, perché chi scopre la felicità, e la insegue, ha sempre ragione.
Qualche anno fa ho partecipato a un concorso su un sito spagnolo di viaggi, edreams.es, che metteva in palio un biglietto aereo per fare il giro del mondo: occorreva solo scrivere qualcosa di sé, dei viaggi fatti, e del motivo per cui si pensava d’aver diritto a quel premio, e il profilo più votato dagli utenti avrebbe vinto. Durante il viaggio, che sarebbe durato un anno, edreams.es avrebbe pubblicato su un suo blog tutti i diari del vincitore. Ho pensato molto a quell’opportunità, viaggiare era la cosa che mi piaceva di più, e mi piaceva anche l’idea di poterlo raccontare, e chissà che una vittoria, oltre alla meravigliosa esperienza che avrei vissuto, non avesse potuto aprirmi qualche prospettiva per far diventare quella passione una specie di lavoro… se avessi vinto, e se il blog fosse stato seguito, magari poteva essere un’ottima presentazione per un’eventuale proposta di collaborazione con un qualunque sito o rivista specializzata, per poter mettere a frutto quella mia passione, e chissà, con un po’ di fortuna, per arrivare un giorno a potermi permettere di viaggiare a tempo pieno.
Per il concorso c’erano quasi mille partecipanti. Non ho vinto, ma ero tra i dieci finalisti.
Il concorso era solo un bel sogno, lo sapevo fin dall’inizio, ma la fantasia di poter fare un lavoro del genere non l’ho più abbandonata: l’idea di girare il mondo ce l’ho praticamente da sempre, magari viaggiando per mare, in barca a vela, e da tempo sto cercando di organizzarmi per poterlo fare, e poi si vedrà se anche scrivere potrà aiutarmi a farlo. Nel frattempo, in attesa di decidere cosa ne sarà della mia vita, posso dire con orgoglio che di paesi sono riuscito finora a visitarne 72, e riguardarmeli tutti indicati su una mappa continua a farmi un certo effetto:
Spesso mi hanno chiesto quale fosse stato per me il viaggio più bello. La realtà è che la cosa che mi è sempre piaciuta di più è il fatto stesso di partire, e già dalla prima volta che mi hanno rivolto questa domanda non ho dovuto pensarci molto. Il mio viaggio più bello è sempre stato uno: il prossimo.