Un decollo poderoso e un atterraggio ricco d’impaziente emozione per l’attesa dello sbarco, nel mezzo qualche ora a sonnecchiare e a scambiare chiacchiere con i vicini. I viaggi in aereo conservano sempre un po’ di magia: ci si sposta da un capo all’altro del mondo quasi senza accorgersene. In Giappone questa impressione risalta ancora di più, anzi sembra d’esser stati catapultati in uno di quei viaggi spazio-temporali di cui si legge nei racconti di fantascienza: non solo ci si ritrova immersi in un ambiente nuovo e misterioso, tutto da scoprire, ma sembra anche di vivere in un’altra epoca, o in più epoche differenti, proiettati insieme nel futuro delle metropoli ipertecnologiche e in un passato d’immutabile tradizionalità che rimane sempre vivo e presente a dispetto di tutto.
La cosa che più colpisce di questo paese è proprio quest’incredibile e surreale dualismo tra la frenesia produttiva che rincorre i miti di uno strabiliante progresso tecnologico e la calma tutta orientale che governa i ritmi pacati di una tradizione fatta di armonia, di arti e di meditazione: due realtà lontane e apparentemente incompatibili che convivono negli stessi spazi.
Allo stesso modo, anche il carattere dei giapponesi risulta spesso indecifrabile, difficile da mettere a fuoco: alcune volte appaiono geniali ed esplosivi nelle loro fantasiose bizzarre trovate, altre volte paiono invece un po’ costretti nei confini di un interesse collettivo dove tutto è rigorosamente come deve essere, tutto perfettamente efficiente, come se non ci fosse mai spazio per una cosa fuori posto, dove anche il caos pare avere un suo ordine stabilito. A volte a risultare indecifrabili sono anche alcune loro espressioni, spesso ti guardano come se gli stessi raccontando che sei appena sbarcato da un’altra galassia anche se gli stai dicendo solo che devi prendere un autobus per il centro, e non meraviglia infatti la straordinaria creatività per i manga e per i cartoni animati: in alcune situazioni sembrano cartoni animati loro stessi. Sempre affabili, cortesi e disponibili ma anche rigorosi e formali fino all’esasperazione, in quelle facce si riesce comunque a cogliere e a riscoprire una genuinità ormai rara, che fa apprezzare ancora di più il loro attaccamento alle proprie antiche e affascinanti tradizioni. In alcune circostanze queste si possono anche condividere con loro, trovando per esempio l’occasione di visitare gli onsen, i centri termali presenti in ogni angolo del Giappone, o in altri casi si possono semplicemente ammirare nelle tante arti in cui questi geni della grazia e dell’estetica riescono a raggiungere le loro migliori espressioni. Il gusto estetico dei giapponesi e la pazienza per le decorazioni più minuziose sono costanti che si riscontrano in tante loro tipiche manifestazioni artistiche, dall’arte di disporre i fiori alla creazione degli origami, dai bonsai fino alla cura dei giardini, ma sono anche presenti e visibili nella vita quotidiana, nell’accuratezza con cui guarniscono i piatti della loro ricchissima e appetitosa cucina, nella raffinatezza della cerimonia del tè, o anche nell’eleganza delle acconciature femminili.
Di sicuro c’è che il Giappone, impreziosito da suggestivi gioielli architettonici e dagli incantevoli colori dei paesaggi naturali, non è certo una meta banale, con le sue eccentricità può piacere o non piacere, ma di sicuro non lascia indifferente. E’ un viaggio che rimane dentro, perché, come ha scritto Banana Yoshimoto, tanto per rimanere in tema di Giappone, i viaggi veri te li porti dietro, non finiscono all’aeroporto.